di Alessandro Cantonetti
Locanda a Pechino
È diventata ormai un’abitudine, una sana e golosa abitudine…quella di controllare su 大众点评 Dazhong Dianping i diversi ristoranti nelle vicinanze dei luoghi dove ci troveremo a passare, per decidere dove fermarci a pranzo (o a cena).
Non sempre i risultati sono stati ottimi (seguire le recensioni di altri clienti è una garanzia, anche se non una certezza) ma molto spesso abbiamo in questo modo avuto la possibilità di scoprire vere e proprie chicche, che mai avremmo visitato altrimenti. Oggi è stata la volta di un ristorantino nascosto all’interno di un piccolo cortiletto, che con tutta la mappa sul telefonino abbiamo quasi fatto fatica a trovare: 印巷土菜 Yinxiang Tucai (abbiamo discusso un po’ sul nome con mia moglie, la spiegazione che più ci sembra sensata è un gioco di parole tra 印象 Yinxiang, che vuol dire “impressione”, e 印巷 Yinxiang – che non esiste come parola, ma è pronunciata allo stesso identico modo – grazie alla sostituzione del carattere 象 Xiang – elefante – dell’originale, con l’omofono 巷 Xiang , che indica invece un vicolo o una piccola stradina..come quella dove è appunto situato il locale; 土菜 tucai indica semplicemente dei piatti tipici di una qualche zona). Fortunatamente il nanetto non era con noi oggi, quindi le scale all’ingresso non hanno costituito un problema.
La sala al nostro arrivo era piuttosto affollata e rumorosa, come ogni buon ristorante cinese che si rispetti (si è molto tranquillizzata in seguito, quando molti dei commensali hanno terminato il loro pasto), con comodi tavolini di legno, uno dei quali stava appunto venendo pulito, quasi stessero aspettando il nostro arrivo.
Dopo una attenta osservazione del menu abbiamo optato per un bel 大拌菜 Dabancai, ciò che qui più si avvicina alla mia idea di insalata, con l’aggiunta di 花生米 Huashengmi, le arachidi, e l’immancabile 黄瓜 Huanggua, il cetriolo.
Abbiamo poi ordinato una porzione (che si è rivelata ben più grande di quanto avessimo immaginato) di 豆汤龙利鱼 Doutang Longliyu, filetto di pangasio tagliato a fette sottili, stufato in una delicata zuppa di fagioli di soia arricchita con erba cipollina, germogli di soia e un po’ di 粉丝 Fensi, spaghettini fatti non con farina di frumento o di riso, ma con amidi diversi.
Per concludere, abbiamo ordinato un nostro vecchio amore, 烧汁茄子 Shaozhi qiezi, delle tenerissime fette di melanzana ripiene di carne tritata e arrostite, accompagnate da una sorta di “fondo di cottura” della carne, arricchito con brodo e farina (ciò che nei paesi anglosassoni viene chiamato “gravy”).
Oltre l’ottimo sapore di tutti i piatti, ciò che ci ha più favorevolmente colpito è stata anche la loro fantastica leggerezza, poco olio e pochi grassi, che ci hanno lasciati sazi ma leggeri. Sicuramente ci rivedranno.
Alessandro Cantonetti
Mi chiamo Alessandro Cantonetti, ho 41 anni e vivo a Pechino con mia moglie da 6 anni. Abbiamo anche un frugoletto italo cinese di quasi 3 anni, nato a Pechino, ma romano da parte di papà. La cucina e il cibo sono sempre state mie passioni (come utente "attivo" e "passivo":) e vivendo qui non potevo non innamorarmi di una cucina superba, raffinata, varia e complessa (almeno quanto l'Italiana), ma da noi tristemente misconosciuta.